IL DIVINO DIVANO (appunti e mezzeidee)

IL DIVINO DIVANO è una raccolta di pseudo appunti di pseudo idee by Ferarein.

SPRECHI?
Se io prendo 50 mila euro che mi ha dato il mio amico Cristian Iotti per comprare dei libri di scuola e li uso per darli ad un'altro mio amico che si chiama Luigi Sartori che li usa per comprare un soprammobile per il proprio ufficio, cosa succede? Beh il mio amico Cristian Iotti si incazza parecchio e, dopo avermi dato del ladro, mi denuncia e probabilmente in un futuro finirò in galera in quanto criminale.
Peccato che io sono un Dirigente comunale e i 50 mila euro che mi ha dato Cristian Iotti bisogna chiamarli con tutt'altro nome: spreco. Sì, spreco. Non furto, ma spreco. E sì, lo spreco è una brutta cosa e si rischia di finire sui giornali ma poi.....poi? Eh poi, era un semplice spreco! su dai rompipalle che non siete altro su dai su dai è pieno di sprechi...cosa volete che sia?
Ora vado che ho una riunione e non posso perdere tempo con voi.

CASA POUD.
Recentemente si stanno divulgando associazioni culturali dal nome Casa Poud che si rifanno alla cultura fascista.
Il Fascismo è stato un periodo storico con cui bisogna confrontarsi, anche con alcune innovazione che introdusse come le pensioni, la gestione urbanistica, la bonifica di numerosi territori e, addirritura, lo sviluppo e l'attenzione verso le arti e l'architettura.
Ma un conto è confrontarsi con alcune scelte Amministrative altro conto è omaggiare una Cultura che ha provocato danni gravissimi. Perchè se si parla di cultura fascista non si parla di pianificazione agraria, ma si parla di censura, di arroganza, di sopressione, di morte e di guerra. Siamo riusciti a guarire da un cancro passando attraverso situazioni massacranti come la guerra e ora siamo qui che diamo sfogo a chi esalta quel cancro? forse è giusto forse no, ma non vi sentite un po' presi per?

NO TAV, che errore!
I NO TAV sbagliano. Commettono un grave errore.
Sì, un errore enorme: la Sintassi.
E' un movimento composta tendenzialmente da persone con uno spirito ecologico che odia le multinazionali del petrolio e sostiene una mobilità ecologica. E allora perchècacchio se la prendono con la costruzione di un treno? Assurdo se non fosse che hanno lasciato per strada una parolina che avrebbe spiegato tutto: "questa".
Cari NO TAV dove cacchio è finito il "questa" dello slogan "NO A QUESTA TAV"?
Ma sapete quante inomprensioni, polemiche, dissensi, etc. quella parolina colpevolmente omessa vi avrebbe risparmiato?
L'economia italiana si basa sul..uhm...cazzeggio?
L'altro giorno in diretta tivù c'era il governo che presentava l'emendamento: ici, irpef, accise, pensioni, sgravi, tassazioni, rapporti con l'ue, scudo fiscale, etc. etc. (etc è 'eccetara' e non una sigla di una nuova tassa).
Sono un imbianchino, decisamente italiano medio, e quindi la maggior parte delle cose non le ho capite. Però una cosa sì, mi è chiara: un piccolo prelievo, ad esempio sulla benzina di 10 centesimi, moltiplicato per milioni di persone diventa uno grosso incasso per lo stato. Questo banale meccanismo mi ha dato da pensare ad una cosa: da buon italiano medio ho un'esigenza come la stragrande maggioranza degli italiani: andermene in piazza, beccarmi con i miei amici, prendere un caffè, fare due chiacchiere e poi magari ci facciamo un giro e ci infliamo in qualche negozietto e ci compriamo qualche minchiatina; in una parola: cazzeggiamo!
Ma questo diventa sempre più impossibile per via che le piazze sono impraticabili, i negozi chiudono e quelli che rimangono sono tuttiguali e le iniziative che intrattengono in piazza sempre meno e sempre più pallose. L'alternativa è il centro commerciale, ma come tutti, ci vado da solo, solo per comprare, e ci sto il tempo per l'acquisto.
Avete mai sentito un tedesco dire "vado in piazza?" oppure "ci troviamo in centro?".
E allora mi domando: ma che danno economico da dieci centesi per milioni di persone provoca lo spostamento dalle piazze italiane ai centri commerciali in stile americano-tedesco?
E allora la realtà delle piazze e non quella degli Statisti è che tutti i grafici germanofili che costruiscono maxiemendamenti pieni di lettere siglate non potranno mai essere economicamente così efficienti come un microemendamento in favore del sacrosanto cazzeggio italico!
firmato: ITALANO MEDIO.
Simoncelli
Vedendo quello che è successo ieri mattina, qualche centinaio di migliaia di motociclisti esaltati, sparsi in tutto il mondo, ieri pomeriggio ha evitato di andare a manetta e quindi di schiantarsi.
A loro Simoncelli ha salvato la vita.
LA SCOMMESSA. Via Turri a Reggio.
(In un post scritto qualche giorni fa sottolineavo come siamo capaci di bontolare contro le istituzioni che funzionano in modo criminale ma non siamo minimamente capaci di arrangiarci. C'è un problema? O si affronta tramite le istituzioni o son maroni).

A reggio emilia c'è la zona di via Turri (o stazione): immigrazione incontrollata che diventa ghetto con vari problemi. Un posto pessimo per vivere ma perfetto per dare sfogo a tutta la forza dell'arte nel ristrutturare il contesto sociale-culturale. Lì ci sono un tot di locali, magazzini, negozi, laboratori, rimasti vuoti da tempo. Ecco la SCOMMESSA:
Scommetto con i proprietari degli immobili che nel giro di un paio d'anni quel quartiere può inizare ad avere una reputazione diversa e di conseguenza i loro immobili aumentare di valore. Non si chiede uno spazio gratis, ne uno sconto sull'affitto ma una caratteristica ben più concreta: LA QUOTA VIENE VERSATA NON DIRETTAMENTE AL PROPRIETARIO MA IN UN FONDO. Il 31 ottobre 2013 si verifica la situazione del quartiere: se non è più un ghetto ma è diventato parte della città il fondo viene utilzzato per FINANZIARE PROGETTI ARTISTICI NEL QUARTIERE, se invece il quartiere è tale e quale il fondo viene INCASSATO DAL PROPRIETARIO.
Tutto molto semplice, vero?
siamo statalisti, colpevolmente statalisti.
Il problema è che siamo culturalmente statalisti: ragioniamo inconsapevolmente come se il rapporto tra di noi deve essere esclusivamente gestito dallo stato. E questo non è riferito a quei servizi come la sanità o la scuola che devono ovviamente essere di gestione pubblica. E' riferito a qualsiasi altro progetto che ha bisogno di referenti e finanziamenti. Se abbiamo una buona idea la prima cosa che pensiamo è quale apparato pubblico ce lo può finanziare. Non pensiamo ha chi serve quel progetto. Non pensiamo, ad esempio, che il punto di vista di un matto può essere utile a chi deve innovare. Non pensiamo, ad esempio, che un'istituto d'arte può proporre nuove idee di design e architettura per attività commerciali.
Questo è un hadicap culturale che ci ha ridotto in una condizione grave: mettere la nostra economia in mano all'amministrazione pubblica per lo più fatta da incompetati. La politica ha tutto il nostro dissenso ma ha il il nostro ampio consenso culturale quando sostanzialmente diciamo "fate voi".
E' questo "fate voi" il grosso problema da superare con un semplice e banale principio: "facciamo noi". E non si chiama liberismo ma più semplicemente "collaborazione".
a presto?
precario, cap. 2
Premetto. Non ce l'ho con i precari, anzi, ci sono dentro anch'io a piedipari.
Ma, per favore, la definizione precario è una presa in giro. Per vari motivi, che elenco di seguito:
- il "precario" è un termine inventato da politicanti che appartengono ad una categoria e una generazione che a ridotto i trentenni a una codizione lavorativa miserevole. Ci riducono in queste condizioni e poi ci commiserano anche?? mi sa un po' di presa in giro.
- il "precariato" non è la condizione attuale: siamo messi ben peggio. Perchè il problema è che il lavoro non c'è. Altrochè precario, peggio, molto peggio. E allora definire il problema come "precario" mi sembra al quanto riduttivo: come dire ad un malato di leucemia che il suo problema è il mal di denti. mi sa un po' di presa in giro.
- il "precario" è quello che non ha il "posto fisso" e il "posto fisso" è il modello lavorativo che per trentanni a paraculizzato l'italia creando un sistema di lavoro in cui l'obiettivo non era 'costruire qualcosa' ma 'piazzare il proprio fondoschiena al caldo'. Questo, economicamente ha dato parecchia tranquillità (sopratutto alle banche in caso di mutuo) ma ha pesantemente influito sulla mentalità, sull'assenza di stimoli, e su una pigrizia ormai diffussissima. Essere considerati precari significa avere ancora come riferimento un sistema socio-economico che ci ha ridotto a una condizione ben peggiore del precariato. mi sa un po' di presa in giro.
La battaglia per il precariato è sacrosanta e indiscutibilmente giusta. Nel mio primo post ho ricevuto commenti in cui i precari venivano difesi. Non ho mai attaccato i precari, sia ben chiaro. Con questi post voglio solo istigare ad una visione più concreta in cui si prende atto che molti mestieri (come quelli legati alle costruzioni edili) non hanno più senso di esistere e che molti altri si devono reinventare o comunque modificare perchè le esigenze e i desideri delle persone stanno rapidamente (e forzatamente) cambiano.
O ce ne andiamo tutti in cina e india oppure è il momento di costruire qualcosa di nuovo. Quest'ultima ipotesi, se ci pensate bene, è una gran bella occasione per vivere meglio.
STUDIO APERTO e il MONDO DELL'ARTE.
Il maggior rappresentate del mondo dell'arte in tivù è Studio Aperto, il tg su italia uno delle dodici e trenta.
Ci vuole poco a capire che il direttore è un critico d'arte o un'artista da museo, o comunque potenzialmente potrebbe esserlo. Il modo di pensare è esattamente lo stesso, cambia soltanto la forma. Sì, perchè il mondo dell'arte la pensa esattamente come studio aperto: le gente non è altro che una massa dei poveri imbecilli. Cambia solamente la forma: mentre Studio Aperto ha deciso di assecondarli prendendoli per il culo con servizi canzonatori, il mondo dell'arte ha deciso di snobbarli con mostre dal tono irritante.
In entrambi i casi c'è un Direttore che in riunione al momento di decidere cosa fare, premette: "intanto la gente non capisce niente".
Precario
Precario è una delle parole più insulse e insopportabili che esistano: puzza di invidia, di vecchio, di paraculaggine. Il precario è quello che vorrebbe essere non-precario, cioè "fisso", in un ufficio per 40 anni, con la panza e il culo parato in eternità, che fa lo stesso lavoro sempre, nello stesso posto, possibilmente statale, che va a letto alla sera senza preoccupazioni se non se la domenica piove o fa bello per via della gita. Sono come quei poveri che potrestano contro i ricchi perchè non hanno un giardino con il recinto e l'antifurto ma non si rendono conto che intorno a loro ci sono centinaia di km di giardino splendido non deturpato da uno squallido recinto, un pratino iglese cacatoio per cani, e un'ansioso antifurto.
Precario è un'idea vecchia, parassita, di un modo di protestare conservatore e paraculo che brontola in nome dell'io e dell'anti.
Precario è un insulto a chi vuole rischiare, costruire qualcosa di nuovo, innovare, condividere, confrontarsi, produrre e migliorare. E' la difesa estrema di una mentalità lavorativa celebrolesa e anticreativa.
Non a caso, la parola "precario", è stata inventata da qualche vecchio parassita politico, o giornalista, o sindacalista.
Chissenefrega dell'Egitto.

A noi l'integralismo islamico non riguarda.
Come non riguarda la povertà e le dittature dei paesi Arabi e Persiani.
Sì perchè noi non siamo a rischio attentati e non siamo toccati da un'immgrazione disperata in cerca di lavoro e democrazia.
Che ci sia Dittatura, Tirannia, Democrazia o Monarchia Assoluta, ad esempio in Egitto o in Tunisia o in Iran, per noi non cambia nulla, assolutamente nulla.
Come non cambia nulla se una parte del mondo, priva di libertà, sta letteralmente tentando un CAMBIAMENTO STORICO (di cui i libri di storia nel 3000 ne parleranno ampiamente) a suon di manifestazioni di piazza con, ovviamente, parecchi morti e feriti.
Provate ad immaginare (come hanno fatto molti ragazzi e ragazze arabi e parsiani) che in una parte consistente del mondo ci sia una democrazia dove si può parlare, progettare, discutere, in modo pacifico. Dove l'incazzatura perenne, cioè l'anima della violenza e dell'integralismo, provocata dallo sfruttamento di pochi potenti, è messa in discussione discutendo. Un cambiamento enorme, collosale, se solo si considera l'intero mondo arabo e quindi anche tutti quei paesi europei e americani che sono patria di egiziani, tunisini, algerini, iraniani, etc.
Sarebbe bello vivere la storia. Magari non in prima persona, come accade per i ragazzi arabi, ma anche in modo diretto come avviene per molte nazioni europee che hanno dentro di se il mondo arabo.
Abbiamo il sole e il mare, ma da noi la storia non passa mai; per una volta vorrei essere più vicino: magari in Francia o in Italia e non ad Antigua.
La Tregua di Natale. Come rischiò di finire la Grande Guerra.

Nei primi mesi della Prima Guerra Mondiale, in occasione del Natale del 1914, capitò qualcosa di incredibile: i soldati del fronte Tedesco, Francese ed Inglese uscirono dalle trincee e fecero amicizia. Giocarono a calcio, si scambiarono cioccolato, parlarono delle proprie famiglie e si fecero fotografare mentre brindavano. Questo non fu solo un episodio, ma un vero e proprio movimento che coinvolse due terzi del fronte. Solo spiando le lettere dei soldati venne scoperto dagli stati maggiori quello che stava accadendo. Ci fu così un'Alleanza di Intenti tra il potere delle tre maggiori nazioni antagoniste e i soldati vennero rimossi tempestivamente per far riprendere la Guerra (la legge prevedeva la fucilazione ma ciò diventava inaffrontabile considerato il numero dei soldati coinvolti).
La Prima Guerra Mondiale rischiò di finire a causa dell'Amicizia tra i Soldati. E' inevitabile domandarsi come sarebbe cambiata la Storia se un conflitto mondiale finiva così in fretta e a causa di 'Amicizia tra Soldati'. E' altrettanto inevitabile domandarsi come mai questa Tregua di Natale non sia ancora entrata ufficialmente nella Storia ma sia solo argomento di nicchia per qualche appassionato di storia.

Interessante è come nacquero queste tregue. Furono i soldati tedeschi (che nella nostra mente sono vestiti solo da soldati nazisti) a fare la prima mossa, rivolgendosi sopratutto ai soldati inglesi. Molti tedeschi in quel periodo erano emigrati in Inghilterra per lavoro e vivevano a stretto contatto con la popolazione inglese. Erano quindi immuni dalla lunga campagna razzista sviluppata dal governo tedesco nei confronti della popolazione inglese. Quando furono richiamati in patria per combattere i cattivi inglesi si trovarono a uccidere quelli che consideravano vicini di casa e non malvagi inetti. Molti inglesi conoscevano tedeschi immigrati in patria e così risposero in modo positivo ai messaggi delle trincee nemiche. Questo dimostra come la conoscenza diretta e non filtrata dall'opinione di qualcuno, sia il vero antidoto contro il razzismo. Rare sono le documentazioni che parlano della Tregua di Natale. Sono molto importanti nonostante tendano a limitarla a un episodio da romanzo e non ad un vero e proprio movimento storicamente rilevante. "La piccola pace nella Grande Guerra" è un libro di Jurgs Michael. Più famoso il film francese "Joyeux Noel" di Christian Carion uscito nel 2005. Il film ingloba alcuni episodi capitati in diversi punti del fronte in un unico episodio. Le parti che non si rifanno ai fatti reali sono quelle meno riuscite: ad esempio la figura femminile nella realtà non esisteva e a provocare il dialogo fu, come raccontato nel film, un Cantante lirico ma al fronte come ospite e non come soldato. La vicinanze delle trincee permise ai soldati francesi di sentire il canto del Tenore Tedesco (famosissimo all'epoca) e il Tenente francese, appassionato di musica classica, riconobbe la voce del Tenore e applaudi insieme a tutta la truppa; il Tenoro tedesco usci dalla trincea chiedendo chi l'aveva applaudito, portando con se un albero di Natale per farsi luce; il Tenete francese uscì anch'esso dalla trincea per complimentarsi con il Tenore; da qui nacque la Tregua su quel fronte. Nel film è riportata un'altra versione, sicuramente interessante, ma non più di questa originale.
La galleria del 2015. Da Arredamento a Servizi.
Ma com'è che il bisogno di Arte è altissimo e la richiesta di Arte bassissima?
Come mai gli eventi artistici, come il Festival delle Filosofia e la Settimana della Fotografia sono affolatissimi e le Gallerie d'Arte deserte?
Su cento persone che frequantano Manifestazioni artistiche solo un paio trasformano il loro interesse in richiesta/acquisto d'arte. Come mai?
Beh, una buona percentuale non può essere presa in considerazione: sono i Io-ci-vado-perchè-ci-vanno-tutti-e-non-ci-ho-niente-da-fare. Il resto invece ha altre buone motivazioni per andare agli evneti e, probabilmente, altrettate buone motivazioni per non andare nelle gallerie.
Ora dovrei partire con un'analisi del contesto, della tipologia di arte che c'è negli eventi e di quello che c'è invece nelle gallerie; insomma una manfrina lunga e pesante. Sono sincero: l'avevo anche scritta poi quando l'ho riletta mi son venuti due maroni tanti e ho preferito risparmiarmeli e vi. Menomale.
Strasintetizzerò il problema così: le gallerie, probabilmente, si rivolgo alla richiesta e non all'esigenza di arte. Sostanzialmente si occupano (e preoccupano, visto i tempi) di quelli che già si rivolgono all'arte ma non si "muove" verso le esigenza che un pubblico più ampio ha dell'arte.
Strasintetizzerò la soluzione così: ora le gallerie si occupano quasi esclusivamente di vendere arredamento griffato (perdonate il modo volgare che ho di esprimermi, ma voglio estremizzare/caricaturizzare una colocazione dell'"oggetto" artistico) e per arrivare ad un pubblico più vasto dovrebbero occuparsi anche dei servizi che l'arte può svolgere: approfondire un tema storico, affrontare un problema di attualità, inserisi e modificare uno spazio urbano o abitativo, sviluppare la creatività all'interno delle imprese e tutto quello dove l'arte può avere una funzione fondamentale.
Per concludere mi domando: ma anzichè scannarsi per la torta già esistente perchè non cucinare una nuova torta?

THE END

Ogni riferimento a fatti reali non è puramente casuale.

L'utilizzo di parole come "arredamento" o "griffe" non vuole ledere l'importanza di tutti coloro che producono delle opere d'arte di grande importanza e per questo ricoprono un ruolo sociale e culturale fondamentale.


L'autore di questo post continuò a vivere a san polo beach ancora per lungo tempo. La realzione con l'Unicredit rimase un mistero.
Cy Twombly

Alla Tate ti trovi di fronte delle opere enormi di Cy Twombly;
è un bel momento, veramente un gran bel momento.
ITALIA vs ITALIA, vince la grecia.
Il controllore è un omone grosso dallo spiccato accento napoletano.
I due ragazzi avranno pocopiù di ventanni. Lei piccola, carina, biondatinta. Lui alto, con la barbetta, e la faccia da simpatico. Parlano una lungua strana, forse è greco.
Il controllore si agita. Brontola qualcosa in italiano accentato. I due ragazzi con gli occhi spalancati lo fissano. Non capiscono. Il controllore continua a brontolare. I due ragazzi provano con l'inglese. La situazione è facile da capire: non hanno timbrato il biglietto e se c'hanno provato probabilmente sono incappati nel caso più frequente: la macchinetta con scritto "fuori servizio", illegibile anche per un italiano. Il controllore con tono di voce alto dice: sono 50 euro. I greci provono a sboffonchiare qualcosa in inglese. 50 euro, 50 euro, 50 euro, continua a ripetere l'omone.
Senta, attacco io, non starà facendo sul serio? Sono due ragazzi stranieri lasci stare percortesia.
Ma non si preoccupi lei, replica il controllore.....e poi dice altro ma ha qual punto la sommossa contro il controllore era già scoppiata. Comprendeva: i vicini di sedile dei ragazzi, i miei vicini di sedile, quelli dei sedili avanti e quelli dei sedili dietro. Cioè tutti i presenti lì intorno.
Il controllore, che non era un tizio da nobel, ha iniziato ad agitarsi e maldestramente ha commesso l'errore più grave che un cotrollore possa fare su un puzzolente e malfunzionante treno regionale in ritardo: tirare in ballo l'ONESTA'! Non ricordo cos'ha detto il pendolare con il sole24; ha evitato insulti e di alzare troppo i toni, ma la durezza e la decisone non sono assolutamente mancate. Al controllore non è rimasto che approfittato di una fermata del treno in stazione e darsi alla fuga. Sì è rifatto vivo dopo un po' liquidando il problema con un E credevo che i ragazzi non fossero stranieri ma raccontassero delle balle.
I greci sono smontati a parma spargendo sorrisi e thanx a quegli stranieri seduti su quel treno scalcinato che da milano portava a bologna.
La conclusione però spetta al soggetto seduto vicino a me. Un'ometto piccolo, olivastro e sorridente. Con spiccato accento calabrese mi fa (riferito al controllore ovviamente): e niente, purtroppo non ce nulla da fare, quello lì, è un napoletano.
Reggiani per Esempio.
Reggiani per Esempio è un cattivo esempio di come si amministra la cultura e il sociale in un Comune.
Basta tirare via la fichissima maschera dell'Abbiamo-coinvolto-le-associazione-del territorio, per vedere come questa trovata sia perfetta per levarsi di dosso una bella responsabilità: la ricerca, l'organizzazione e l'ideazione di eventi culturali e sociali.
Meglio aspettare che qualcuno si faccia vivo piuttosto che cercare e ricercare le risorse del territorio. Meglio limitare il proprio ruolo all'approvazione e all'ufficio ragioneria, piuttosto che costruire, organizzare e comunicare un evento.
Ma ormai è troppo tardi: il Bandone è già stato fatto e i finaziamente assegnati. Inutile brontolare. Ora rimane solo l'ultimo passaggio: lasciare a casa tutti quei dirigenti che grazie al bandone sono diventati uno spreco di centinaia di migliaia di euro.
Comune di Virgilio Alto.
strategia a
Metti 150 adolescenti in una sala
milioni e milioni di ormoni che fanno aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
e poi
ti lamenti continuamente che fan casino.
Ma la giornata è andata bene
è venuta un sacco di gente
(che non voleva venire).

cit. Dal libro dei principi e delle strategie pubbliche, capitolo "l'evento sociale".
esempio di disabilità
Ecco un esempio di disabilità.
Prendete una persona considerata disabile e chiedetegli di disegnare; in tre secondi è già partito. Nessun problema. Avanti tutta.
Prendete una persona normale e chiedetegli di disegnare. Bloccato. Letteralmente bloccato. "no, non sono capace". "no, non riesco". "ma cosa disegno?". E così finchè non vengono assistiti e accompagnati.
Dov'è la disabilità? Chi dei due soggetti è quello disabile?